The Project Player: dalla visione all’azione

  • 02 09 2019

La formatrice e coach Barbara Chiavarino si occupa di formazione, coaching e consulenza lavorando con imprese e privati tramite percorsi su misura. In Autunno uscirà il suo libro dedicato al dramma del rapporto con il cibo.

Che cos’è la felicità? A mio avviso è uno stato naturale dell’essere, uno stato che ci fa stare bene al nostro posto perché oggi - in ogni contesto, da quello personale a quello professionale - è sempre più importante non sentirsi “in preda di ciò che accade” ma avere dei progetti, saper indirizzare la propria vita e capire qual è la direzione verso cui ci si vuole muovere».  A spiegarlo è la coach Barbara Chiavarino che – dopo una laurea umanistica, un master in Business Communication, vari approfondimenti specialistici su di un approccio olistico ai sistemi e studi indologici applicati anche in contesti imprenditivi per un modello di leadership del benessere - nel 2015 ha ideato The Project Player.


«Il pay-off della mia realtà, che è anche il mio motto e la definizione che ho coniato per il mio modo di lavorare, è “from vision to action”, “dalla visione all’azione” perché – spiega – il mio lavoro di ogni giorno è quello di supportare persone ed organizzazioni nello sviluppare la capacità di vivere, imprendere e amministrare procedendo a partire dalla visione e fino alla realizzazione dei loro progetti». E il perché, per Barbara, è chiaro. «La consapevolezza – spiega - è ciò che ci motiva ad andare avanti, il tema non è la meta ma il percorso che si fa per raggiungerla, i progetti sono la traduzione in realtà di una visione, la realizzazione di uno o più obiettivi. Proprio per questo, realizzare i nostri progetti muove le nostre energie migliori, contribuisce a farci stare bene e “realizzati”. Un progetto che sia davvero tale cambia la realtà e i suoi effetti diventano la base per una nuova progettualità».


The Project Player, frutto di un’esperienza ventennale (all’epoca della sua nascita) in ambiti diversi e situazioni diverse sia nazionali che internazionali, oggi si occupa (in  italiano o inglese, sia in presenza che con fruttuose sessioni via web o telefono) di formazione, coaching e consulenza. «Con la formazione – racconta Chiavarino – fornisco contenuti e strumenti, con il coaching instauro un rapporto di partnership aiutando i miei clienti a utilizzare al meglio la “cassetta degli attrezzi” di competenze che ciascuno ha, con la consulenza infine entro all’interno dell’organizzazione per individuare il giusto mix tra carattere del singolo, relazioni tra individui e possibili sviluppi delle  risorse. È sbagliato, però, immaginare questi passaggi come indipendenti: questi tre elementi, infatti, si integrano per realizzare un cambiamento reale e migliorativo».

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Non solo, però. L’eclettica e risoluta fondatrice di The Project Player, infatti, accosta ai percorsi classici (che storicamente si rivolgono ad un target maschile di uomini tra 40 e 60 anni con ruoli professionali di responsabilità), progetti dedicati specificatamente alla promozione e allo sviluppo della leadership “rosa”, in un’ottica di empowerement femminile, strutturati per rompere gli stereotipi lavorando in un’ottica di recupero e integrazione. E ancora. «Nell’ultimo periodo – spiega – lavoro anche nell’ambito del medical coaching, proponendo percorsi dedicati a chi si trova a ricoprire ruoli di care giver professionalmente (come medici o infermieri) o privatamente (assistendo un familiare malato) o, ancora, supportando il ritorno alla vita quotidiana di chi esce da percorsi di medicalizzazione anche lunghi e difficili e deve rientrare nella “normalità”». Un ambito, questo, che è quanto mai ampio. «Uno dei temi che mi trovo ad affrontare - continua – è anche quello, purtroppo sempre attuale, del dramma del rapporto con il cibo, un argomento sul quale in autunno uscirà il libro che ho scritto per il Gruppo Albatros».


Progetti per il futuro? «In questo momento storico – conclude Barbara Chiavarino – tutti noi ci troviamo ad affrontare sfide importanti a livello ambientale e sociale. Il mio scopo è quello di aiutare chi lo desidera a sviluppare la propria capacità e la propria abilità per  rispondere  a queste sfide sfruttando l’intelligenza emotiva, cognitiva, sociale e quella capacità di essere creativi e profondamente empatici che, in ultima analisi, distingue l’uomo dall’intelligenza artificiale».


Contatti

- The Project Player
- via Ettore Stampini 16, 10148 Torino
- Telefono: 3200606171
- E-mail: info@the projectplayer.com




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