
Nato in Italia nel 2013 Remmy è universale, economico e semplicissimo da installare e da usare. Indispensabile a chi vuole garantire la sicurezza dei bambini in auto è disponibile, negli oltre 250 rivenditori autorizzati e online, sia nella versione singola che in quella doppia.
Il primo dispositivo antiabbandono disponibile al mondo che – semplice e universale – permette di dare voce al proprio bambino in auto monitorando costantemente la sua presenza e vigilando ininterrottamente sulla sua sicurezza. Ecco cos’è Remmy, eccellenza italiana nata ufficialmente nel 2013 da un’idea leggermente più vecchia e purtroppo collegata a un triste, per quanto non inusuale, caso di cronaca. «La prima idea di un dispositivo antiabbandono per seggiolini da auto – racconta infatti Michele Servalli, CEO di Remmy s.r.l. e papà di Matilde – risale al 31 marzo del 2008 quando sentii alla radio la notizia che la bimba di Lecco non ce l’aveva fatta: era morta dopo essere stata lasciata 2 ore in auto dalla mamma. Dopo un primo momento di incredulità per il fatto in se mi sono detto per la prima volta che creare un dispositivo semplice che suonasse per segnalare la presenza dei piccoli non era certo impossibile, anzi…». E l’utilità di un dispositivo di questo genere è indubbia.
A dimostrarlo, da un lato, c’è la proposta di legge (117/2018) sull’obbligo dei dispositivi antiabbandono per chi trasporta bambini sotto i quattro anni d’età (che, approvata all’unanimità anche in Senato, il primo ottobre scorso è stata firmata dal Presidente della Repubblica e, dopo il prossimo 23 aprile, entrerà nel decreto attuativo definitivo diventando legge dal prossimo primo di luglio) ma dall’altro lato ci sono i numeri, impressionanti, dei genitori che ammettono che sì, è successo anche a loro. Secondo le statistiche si tratta di un genitore su quattro il che significa che, in una classe media di 20 bambini, almeno quattro di loro hanno rischiato di essere dimenticati in un abitacolo dove, al crescere delle temperature, dopo appena 20 minuti avrebbero potuto andare incontro a danni irreversibili. «Inutile sproloquiare dicendo “a me non capiterà mai” – continua Servalli - il cosiddetto black out capita a chiunque. Nella maggior parte dei casi, per fortuna, si accede poi allo spazio posteriore dell’auto per prendere qualcosa, come una valigetta o il computer, e ci si accorge di avere ancora i bambini in macchina, magari addormentati». La conclusione, in quel caso, è un grosso spavento momentaneo e una repentina inversione di marcia verso l’asilo o la scuola ma se la valigetta, o il computer, o la borsa del pranzo, fossero stati sul sedile anteriore quale sarebbe stata la conclusione? «Remmy serve proprio a questo – spiega ancora il CEO di Remmy s.r.l. – perché si collega all’accendisigari dell’auto e ha una piastrina da inserire sotto il seggiolino che rileva la presenza del bambino e appena si spegne il motore dell’auto avvia un segnale sonoro». Segnale che, in sostanza, impedisce di dimenticare il piccolo. Non solo, però. A questa funzione (“reminder”) Remmy accosta infatti l’altrettanto preziosa funzione “alert” che segnala ogni movimento potenzialmente pericoloso del piccolo durante il tragitto in automobile.
Insomma, semplice da usare e da installare ma anche economico (la versione singola è in vendita a 79 €, quella doppia – per due seggiolini diversi – a 99 €) perché, alla base della filosofia aziendale c’è il desiderio di promuovere e diffondere il valore della sicurezza di tutti i bimbi in auto, Remmy al momento è disponibile in circa 250 punti vendita autorizzati su tutto il territorio nazionale ma anche online sul sito Remmy.it e su Amazon.
«Riguardo la bozza del decreto attuativo della legge – conclude Servalli, convocato in audizione alla IX Commissione Trasporti del parlamento all’interno della discussione sulle proposte di legge - sono molto soddisfatto perché di fatto hanno recepito tutte le indicazioni che diedi ad agosto del 2018. Sono però anche perplesso riguardo all’inserimento di una caratteristica che la bozza prevede: il dispositivo deve mandare in autonomia un sms ad almeno tre numeri di cellulare. Sono perplesso perché quando nel 2013 iniziammo a sviluppare Remmy avevamo pensato anche a questa funzionalità, cosi come la possibilità di utilizzare una connessione bluetooth con il cellulare, ma abbandonammo entrambe le ipotesi perché con queste tecnologie non si può garantire lo stesso livello di sicurezza; oltretutto i costi sarebbero stati sensibilmente maggiori perché l’utente dovrebbe dotarsi anche di una sim dedicata e accollarsi i costi fissi per contratti telefonici».
Nel caso in cui il tutto dovesse essere confermato per Remmy non sarà comunque un problema perché, prosegue Servalli, «semplicemente anticiperemo la produzione dello Smart Remmy (già in programma per il 2020), in modo da fornire al Cliente un prodotto in linea con le prescrizioni di legge. Confido però che la bozza venga rivista perché, così, sarà il genitore che potrà scegliere il tipo di dispositivo da adottare (con o senza invio di messaggi) senza per altro diminuire il livello di protezione per i propri bimbi».
Nel frattempo, in attesa della legge che lo renderà obbligatorio per tutti con le caratteristiche tecniche che saranno ritenute più idonee, questo utilissimo strumento è già disponibile e davvero alla portata di tutti. E, cari genitori, non c’è alcun motivo di farne a meno: non dovrebbe servire una legge per aumentare la protezione dei nostri cuccioli.
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